Memoria della Missione in Rwanda di Giugno 2016 ( di Andrea Montanari )

Mi sveglio nel mezzo della notte ma il buio non è fitto come dieci anni fa, al mio primo viaggio in questo paese e in Africa. La corrente elettrica è arrivata da due anni e ci sono diverse luci sparse fuori; il buio della notte, un tempo un nero assoluto se non c'e' luna, viene rotto da lampade a basso consumo. E' stata una giornata faticosa ma utile; siamo andati, il gruppo di sette europei, di cui tre medici pediatri, a visitare i bambini fino ai cinque anni nei loro villaggi.

ieri un villaggio non molto distante, ma per poterlo raggiungere il fuoristrada del Centro di sanità, carico di una dozzina di persone, ha dovuto fare un lungo giro sulle strade principali, perchè le strade dirette sono state rese impraticabili dalle piogge primaverili. Due giorni fa, tornando dallo stesso villaggio, il fuoristrada è rimasto con una ruota in bilico su un "ponte" di qualche metro che supera un ruscelletto. Il ponte aveva uno dei tronchi d'albero rotto e il nostro veicolo, carico dei passeggeri, è rimasto bloccato con una ruota nel vuoto. Sono presto arrivati i soccorsi, da persone che sbucavano ovunque con pale, pertiche, machete; nel giro di un'ora il tronco era stato sostituito e il mezzo sollevato con una leva, e potevamo riprendere il cammino verso casa. La nostra casa, in queste due settimane, è la foresteria del Convento delle Figlie del Divino Zelo, dove noi sette europei abbiamo le nostre stanzette. Le colline con terrazze e boschi ci circondano, ma siamo a 2500 m. di altezza. Le suore ci accolgono alla loro mensa sempre varia e abbondante, ma lo spreco qui è sconosciuto. Abbiamo bisogno di energie per le visite quotidiane nei villaggi, dove arriviamo dopo un'ora di sobbalzi e scrolloni. Ieri abbiamo visto, avvicinandoci da una strada che scende dai fianchi ripidi delle colline, una fila di mamme già in attesa da qualche ora davanti alla casetta della sanità del villaggio. Ogni giorno ogni medico visita più di trenta piccini che reagiscono con pianti disperati: molti non hanno mai avuto una visita, dopo la nascita, e mai da un dottore "bianco". Molti bambini sono in buona salute, ma qualcuno ha la crescita in declino per via del fratellino che ha preso il suo posto nell'allattamento materno. Alcuni soffrono di malattie respiratorie, per il freddo e il fumo delle case di terra e lamiera. In questa fase di vita, attorno ai tre anni, la scuola materna tenuta dal Convento è essenziale perchè dà una alimentazione quotidiana a duecento bambini, che già così piccoli imparano a svolgere da soli le operazioni quotidiane per sè e i servizi per tutti i compagni: apparecchiare, distribuire il cibo, ripulire, lavarsi le mani, riportare in cucina i contenitori. Alcuni di questi bambini fanno ogni giorno un paio d'ore di cammino a piedi, a gruppetti, lungo le strade sterrate e i sentieri. Quando non andiamo alle visite, il sabato e la domenica, possiamo fare una gita o affrontare altri problemi: un tetto precario, l'acquedotto parzialmente inutilizzato, altri problemi minori. Per il fuoristrada che dopo dieci anni di servizio intenso è troppo spesso in officina, il Convento spera in qualche benefattore, per avere una nuova vettura che viene usata anche come ambulanza. L'ospedale più vicino non è molto lontano ma le strade richiedono almeno un'ora di viaggio, nel Centro di sanità ci sono solo infermieri e la degenza è limitata a tre giorni. Il lavoro dei medici per questi bambini è prezioso perchè individua problemi (cardiaci o polmonari) che normalmente sfuggono alla diagnosi; i bambini, per fortuna pochi, che hanno queste malattie vengono indirizzati al Centro per le cure antibiotiche o un invio all'ospedale per una visita. Qui tutto costa, ma chi ha la mutua, che costa tre-cinque euro l'anno a persona, paga molto meno. Così la nostra Associazione, fondata dopo la prima visita, nel 2004, di un gruppo di medici del Gaslini e di qualche amico e familiare, contribuisce da anni per il pagamento della mutua di una fascia in difficoltà (ai più poveri viene pagata dallo Stato) e in cambio i beneficiati si impegnano a qualche giornata in lavori di servizio alla comunità. Ha avuto anche successo un progetto con la comunità locale che ha fornito una mucca a un centinaio di famiglie; i vitelli poi che sono nati sono stati assegnati ad altre famiglie, con un meccanismo virtuoso che non è semplice innescare. Cerchiamo di dare continuità ai progetti effettuando due-tre missioni di due-tre settimane ogni anno. Anche un'associazione di dentisti effettua una missione annuale e il lavoro è sempre frenetico, anche se qui il concetto di "cura" dei denti è sconosciuto, e viene apprezzata soprattutto l'estrazione del dente che duole. Tento di riprendere sonno riavvolgendomi nelle tre coperte sottili; qui, all'Equatore, fa freddo soprattutto la notte e nei giorni nuvolosi, a questa altezza. Sentiamo che a Genova ci sono 30 gradi e ci viene da ridere; all'equatore fa freddo... nelle casette di terra cruda i bimbi doemono indossando i loro vestiti più pesanti

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